Luca Argentero svela il momento più difficile di Doc: “Ero disperato sul set”
Il protagonista di Doc 3 racconta la scena più dura della serie
Solitamente riservato e poco incline a raccontare troppo di sé questa volta invece Luca Argentero ha parlato per più di un’ora nel podcast Basement affrontando sia aspetti di vita privata che professionale. Ovviamente un grosso spazio è stato riservato al medical drama di Rai1. Tra le varie domande all’attore è stato chiesto se la paternità (è papà di due bimbi piccoli) abbia influito sulla preparazione della serie. Lui ha risposto di sì e che questo personaggio è arrivato al momento giusto. Poi ha spiegato:
“Ho fatto tutta la prima stagione incentrata sulla perdita di un figlio. E’ stato particolarmente faticoso. Ho passato tanto tempo a disperarmi sul set, a piangere, a provare una disperazione profonda”.
A turbare soprattutto l’attore era il fatto che poi tornava a casa e c’era sua moglie incinta. Tutto gli dava un mix di emozioni.
Luca Argentero non ha paura di continuare con lo stesso ruolo
Andando avanti con il racconto l’attore di Doc 3 spiega che la prima stagione, in particolare la parte legata alla morte di Mattia, il figlio di Andrea Fanti, ha influito sulle sue paure ma anche sulla speranza che tutto andasse bene.
“Mi ha ricordato che la morte esiste anche se cerchiamo di escluderla sempre. Questa serie negli ultimi anni mi ha portato a pensarci molto più di prima”
ha poi aggiunto. A tal proposito ha poi raccontato un simpatico aneddoto. Ovvero quando la moglie era in sala parto per la loro prima figlia e un’infermiera ha chiamato ‘Doc’ riferendosi ovviamente al dottore lì presente ma Luca si è girato in maniera naturale. Ma dopo tutti questi anni non ha paura di identificarsi troppo in questo ruolo o che lo identifichino gli altri? “Io dico che è un privilegio” risponde.
L’attore di Doc-Nelle tue mani appagato da questo personaggio
In attesa di scoprire cosa succederà nel finale dell’ultima puntata in onda stasera Luca Argentero non ha nascosto il suo profondo legame con il personaggio di Andrea Fanti sia a livello umano che professionale. In particolare sulla parte lavorativa ha detto:
“Professionalmente è come se avessi la sensazione di aver fatto tutto quello che potessi fare. Sono arrivato dove volevo arrivare e quello che arriverà sarà un dono”.
Spazio poi alla preparazione del ruolo, avvenuta all’ospedale di Roma dove ha visto come lavorano i medici veri, e al ricordo del primo incontro con Pierdante Piccioni (il vero medico che ha ispirato la storia) che ha definito una persona incredibile.