Federica Pellegrini, periodo difficile: “Mangiavo di tutto e vomitavo”
La confessione dell’ex nuotatrice sul momento buio della sua vita: “Cosa facevo ogni sera”
L’ex nuotatrice Federica Pellegrini ha rotto il silenzio sul suo rapporto con la bulimia nel suo libro Oro per la Nave di Teseo. A svelare alcune dichiarazioni della specialista dello stile libero è stato il sito Repubblica. La nota 34enne ha raccontato di aver attraversato un periodo buio della sua vita dopo aver cominciato a ingozzarsi di cibo:
“Dopo aver mangiato tutto quello che potevo durante il giorno, vomitavo. Lo facevo ogni sera prima di andare a dormire, quando il ricordo di tutto il cibo ingurgitato aumentava il senso di colpa”.
La nota atelta racconta il suo disagio di fronte alle telecamere: “Una povera ragazzina grassa e brufolosa”
Federica Pellegrini ha vissuto un inferno a causa della bulimia. L’ex nuotatrice si è confidata nel suo libro, e a svelare qualche anticipazione suoi suoi problemi con l’alimentazione è stato Repubblica. Dopo aver vinto una medaglia d’argento e aver ricevuto diversi attacchi per aver pianto invece di gioire, la regina di nuoto a soli 17 anni si è trasferita a Milano. Poi ha cominciato ad abbuffarsi di cibo, facendo i conti con delle conseguenze: “Vomitare era un po’ come ripulirsi la coscienza, e anche la mia maniera di metabolizzare il dolore”. Per lei avere un disturbo di comportamento alimentare non era un problema ma una soluzione: “Il mio modo di dimagrire senza sacrifici mangiando tutto quello che volevo”. In quel periodo per lei non era affatto semplice stare davanti ai riflettori, e ha cominciato a sentirsi in imbarazzo dopo aver preso parte a un servizio fotografico: “Una povera ragazzina grassa a brufolosa“.
Federica Pellegrini si sfoga su un disturbo di cui ha sofferto: “Mi vedevo un mostro”
Negli anni seguenti la regina del nuoto che non è incinta, non ha mangiato abbastanza: “Di solito prima delle gare si mangia pasta in bianco, un po’ di prosciutto e grana, breasola e tonno, ma nemmeno quello mi andava giù. Nei giorni di stanchezza eccessiva mi ingozzavo di bibitoni di proteine e carboidrati”. Dopo aver detto che gli atleti hanno un corpo fuori standard, perchè il loro obiettivo non è la bellezza ma la potenza, ha parlato della dismorfia, una condizione psicologica caratterizzata dalla esasperata attenzione e disagio verso difetti fisici:
“Crescendo ho imparato a vestirmi in maniera da far diventare le mie spalle un pregio. In quegli anni mi vedevo un mostro“.