Maurizio Costanzo, un ricordo doloroso lo tormenta: “Cercarono di fermarmi”
Il conduttore ricorda un evento drammatico: “Si temeva una reazione”
In occasione dell’anniversario della Strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e alcuni agenti della scorta, Maurizio Costanzo torna a farsi sentire tra le pagine del quotidiano Libero. E lo fa ricordando quel momento di 30 anni fa. Da sempre molto legato alla figura di Giovanni Falcone, Maurizio si è sempre esposto in prima persona contro la mafia. Lo fece anche organizzando un incontro a teatro con la sorella del giudice Falcone. Di certo alla malavita quel suo esporsi e parlare a voce alta facendo nomi e cognomi non piacque. Infatti Costanzo, insieme alla moglie Maria De Filippi, rischiò grosso. Ricordando quel periodo il conduttore dice:
“Si temeva una reazione. La reazione ci fu e mi riguardò quando nel ’93 cercarono di fermarmi con 40 chili di tritolo”.
Maurizio Costanzo e il primo incontro con il giudice: “Fu una puntata molto dura”
L’impegno di Maurizio contro la mafia parte da lontano. Il giornalista e conduttore ha sempre cercato di fare la sua parte con il suo lavoro rivolto all’informazione e all’intrattenimento. Per questo nel ’91 lui e Michele Santoro organizzarono una puntata speciale del Maurizio Costanzo Show e di Samarcanda, unendo le due trasmissioni. Ricordando quel periodo Maurizio fa un racconto drammatico e sottolinea che nulla del genere era mai avvenuto nella televisione italiana. “Io avevo in studio Falcone ed era la prima volta che lo incontravo” racconta Costanzo “fu una puntata molto dura e di grande significato”. Quella fu l’occasione, soprattutto, per parlare pubblicamente dell’uccisione, avvenuta per mano della mafia, dell’imprenditore Libero Grassi.
Il messaggio a tutti i lettori: “Non possiamo dimenticare quello che ha fatto”
Nella sua breve ma intensa riflessione Maurizio Costanzo racconta quanto la memoria in questi giorni non possa non andargli a 30 anni fa. Quello fu un periodo certamente difficile e buio per tutta l’Italia ma non meno per lui che, nonostante tutto, non smise di esporsi. Parlando proprio del giudice Giovanni Falcone Costanzo dice:
“Non possiamo dimenticare quello che ha fatto, quel che ha significato e significa tuttora la sua opera di Magistrato”.
Infine il conduttore si dice sicuro di una cosa, che chi ha dato l’ordine di uccidere il giudice Falcone non sia stato solo la mafia ma “anche altri evidentemente non ancora individuati”.