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Marco Vannini omicidio: GUP rinvia a giudizio la famiglia Ciontoli

Scritto da , il Marzo 4, 2016 , in Personaggi Tv Tag: , ,
foto Marco Vannini

Omicidio Marco Vannini: i Ciontoli rinviati a giudizio

Si è tenuta oggi l’udienza preliminare per la morte di Marco Vannini, il 20enne di Cerveteri ucciso da un colpo di pistola il 17 maggio dell’anno scorso mentre si trovava a Ladispoli nella villetta della famiglia Ciontoli, a cui era legato essendo fidanzato con Martina, oggi imputata assieme a tutta la famiglia e alla fidanzata del fratello. L’udienza preliminare, iniziata stamani e conclusasi un paio d’ore fa, ha visto il rinvio a giudizio di tutta la famiglia Ciontoli (composta da Antonio, sua moglie Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina) e di Viola, fidanzata di Federico, presente nel momento in cui Marco è stato colpito da un colpo d’arma da fuoco. L’accusa nei confronti di Maria Pezzillo e di Antonio, Federico e Martina Ciontoli è di omicidio volontario, mentre Viola è accusata di omissione di soccorso. La decisione del GUP del rinvio a giudizio è arrivata dopo più di due ore di camera di consiglio. La prossima udienza si terrà lunedì 23 maggio.

Caso Marco Vannini tra “Chi l’ha visto?” e Quarto Grado

Del caso Marco Vannini si parlerà ampiamente stasera a Quarto Grado, con Gianluigi Nuzzi ed Alessandra Viero, in onda su Rete4 alle 21.15, come annunciato dallo stesso giornalista poco fa sul sul profilo twitter e sulla sua pagina facebook ufficiale, che è stato tra i primi a diffondere la notizia sui social del rinvio a giudizio della famiglia Ciontoli. L’importante svolta nelle indagini per la morte di Marco Vannini è arrivata nel momento in cui la trasmissione di Rai3 “Chi l’ha visto?” condotta da Federica Sciarelli ha mandato in onda l’audio e i video delle telecamere di sicurezza relativi alle ore successive alla morte del ragazzo, che hanno registrato i lunghi dialoghi tra Viola Giorgini e i vari membri della famiglia Ciontoli, in attesa e subito dopo essere stati interrogati dai magistrati. Omissioni, reticenze e bugie, con gli imputati che si sono coperti a vicenda, fin quando Antonio Ciontoli ha ammesso di aver sparato il colpo che ha ucciso Marco, precisando però di averlo fatto solo per errore. Da casa Ciontoli sono partite due telefonate per il 118 quel tragico giorno, la prima fatta da Antonio e la seconda da Federico. Le conversazioni sono state entrambe molto confuse e nessuno dei due ha detto ai sanitari che Marco aveva un proiettile in corpo. In attesa dei soccorsi si è perso tempo prezioso e, molto probabilmente, se il ragazzo fosse stato soccorso prima, oggi sarebbe ancora vivo. L’udienza è dunque fissata per il 23 maggio mentre per i risvolti e tutti gli aggiornamenti sul caso l’appuntamento è per stasera con Quarto Grado.