Ettore Scola: morto il regista che ha raccontato l’Italia
Ettore Scola ha raccontato con leggerezza l’Italia
Quando viene a mancare un personaggio celebre, che ha accompagnato con la sua arte la vita di milioni di persone, è come se una piccola parte di ogni persona se ne andasse con lui. Se se vanno i ricordi e i momenti dell’esistenza di ognuno legati alla sua musica, come è successo quando è morto David Bowie o ai suoi film, come quando a morire è stata Silvana Pampanini e, adesso, sarà la stessa cosa per la scomparsa di Ettore Scola. Il regista 84enne è morto in tarda serata nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico di Roma, dove era in coma da domenica scorsa. Un altro pezzo del cinema italiano, ma non solo, che se se va e con esso è scomparso l’ultimo maestro della commedia italiana. Ettore Scola con i suoi film, prima come sceneggiatore e poi come regista, ha raccontato il nostro Paese con leggerezza, ma non per questo senza coglierne gli aspetti più profondi. Ha descritto l’Italia che usciva dal Fascismo e dalla guerra e che cercava il suo riscatto morale e materiale. A riconoscergli queste capacità anche il Presidente Matteo Renzi, che ha espresso il suo cordoglio parlando di Ettore Scola come di un “maestro dalla incredibile e acuta capacità di lettura dell’Italia, della società e dei suoi mutamenti, del sentimento del tempo, coscienza civile che lascia un enorme vuoto nella cultura italiana“.
Ettore Scola: il ricordo di Sergio Castellitto
La sua carriera di sceneggiatore è iniziata negli anni ’50 in film come Un americano a Roma e La Grande Guerra; mentre la prima regia di Ettore Scola è del 1964 nel film Se permette parliamo di donne con Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni. Tra i tanti film del regista campano, quelli che gli hanno permesso di essere annoverato tra i grandi nomi del cinema italiano, sono C’eravamo tanto amati con Gassman, Manfredi, Stefania Sandrelli e Stefano Satta Flores e che ripercorre la storia dei protagonisti dal 1945 al 1975; Brutti, sporchi e cattivi con Manfredi; e Una giornata particolare con Sophia Loren e Mastroianni, la pellicola che lo ha fatto più amare all’estero. Dagli anni ’70 si passa agli anni ’80, quando nel 1987 Ettore Scola ha diretto un altro capolavoro, La famiglia. Nel cast del film, che racconta la storia di una famiglia nell’arco di ottanta anni, oltre a Gassman e alla Sandrelli, c’era anche Sergio Castellitto, che ha ricordato con grande affetto il regista, che per lui è stato un maestro che, ancora oggi, gli dava consigli e ha aggiunto non nascondendo il dolore: “[…]era come un padre. Era veramente l’ultimo di quel mondo, di quella generazione“. Ettore Scola era uno di quei registi che pensava che fare il cinema fosse un lavoro duro ma che “ridendo e scherzando, parafrasando il titolo del documentario che raccontava la sua vita e la sua carriera, si potesse mandare qualche messaggio, “[…]qualche cartolina postale con le proprie osservazioni sul mondo“, come aveva detto in occasione della presentazione del documentario a novembre scorso.