Quarto Grado: i casi di venerdì 2 ottobre
Quarto Grado, nuove prove contro Bossetti
Come solito di venerdì, domani sera 2 ottobre alle 21.15 su Rete4, nuovo appuntamento con Quarto Grado, programma che si occupa di casi di cronaca nera, condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero e curato dalla testata VideoNews, diretta da Claudio Brachino. I presentatori torneranno a parlare dell’omicidio della piccola Yara Gambirasio, tredicenne trovata senza vita cinque anni fa in un campo a Chignolo d’Isola, nel bergamasco, l’assassino della quale ancora non ha un volto e quindi a piede libero. Unico indiziato per il delitto della ragazzina é il muratore Massimo Giuseppe Bossetti, che proclama insistentemente la sua innocenza. Secondo le ultime indiscrezioni, la Procura, che lo reputa colpevole, ritiene fosse in crisi il rapporto matrimoniale fra l’indagato e la moglie Marita Comi e pertanto l’uomo avrebbe riscontrato nella vittima la sua ipotetica compagna. La donna, continua, addirittura avrebbe tradito un paio di volte il presunto omicida. Ma ad incastrare l’imputato, aspetto su cui si soffermerà la trasmissione, sarebbe il rinvenimento, nell’abitazione dell’operaio di Mapello, di due fatture, escluse dalla documentazione fiscale. Queste riguardano gli acquisti di un giubbotto e del materiale da lavoro, effettuati rispettivamente il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa di Yara e il 9 dicembre 2010, quest’ultimo avvenuto proprio nel luogo dove é stato ritrovato il corpo dell’adolescente. Tali indizi potrebbero essere irrilevanti ma il dubbio sorge sul motivo per il quale avrebbe dovuto tenerli nascosti.
Quarto Grado, nuovi sviluppi su Eligia e la coppia di Pordenone
L’approfondimento giornalistico targato Mediaset non affronterá solo il caso della piccola Yara Gambirasio ma focalizzerà l’attenzione anche sull’uccisione di Eligia Ardita, infermiera 35enne uccisa dal marito lo scorso gennaio e su Trifone e Teresa, la coppia assassinata all’interno della loro auto nel parcheggio della palestra che frequentavano. Per quanto riguarda la signora siracusana, di cui si é parlato anche settimana scorsa, spuntano delle intercettazioni telefoniche tra Christian Leonardi, e suo fratello Pierpaolo, incredulo per quanto accaduto, che lo ha intimato, successivamente, a confessare. Quest’ultimo, però, avrebbe obbligato l’assassino ad andare dai vicini a chiedere se avessero sentito rumori strani. Gli investigatori, comunque, come sono dello stesso parere i genitori della vittima, sostengono che l’omicida non abbia agito da solo. Riflettori puntati anche sul delitto di Pordenone in seguito all’iscrizione sul registro degli indagati, di Giosuè Ruotolo, amico 26enne di Trifone. Il racconto dei fatti del militare sarebbe stato smentito da due testimonianze. Ad aver insospettito ancor di più i Carabinieri é stata la presenza di armi d’epoca nella sua abitazione, durante la perquisizione, che risalirebbero allo stesso periodo del caricatore di pistola, rinvenuto nel laghetto San Valentino. Il presunto artefice del delitto ha dichiarato di non aver visto quasi mai l’amico e collega ultimamente e di non conoscere la ragazza. Proprio qui emerge la prima bugia dell’indagato in quanto la proprietaria dell’osteria La Parada Elena Borrea, sita sempre nella provincia friulana, lo avrebbe spesso ospitato, insieme alla coppia, come cliente. L’altra viene svelata dal padre di Trifone, che al Messagero Veneto, sostiene che i tre si frequentassero ripetutamente. Inoltre secondo altre indiscrezioni, ci sarebbero altre due persone sospettate ma il Procuratore al momento smentisce.