The Voice, ecco cosa cercano i coach: stile, talento e unicità. Ma a volte cambiano idea
Non è facile essere i giudici di The Voice. Dover scegliere esclusivamente sulla base di ciò che si ascolta, stando di spalle, è una grande responsabilità e, a volte, può trarre in inganno: voci maschili che si rivelano femminili o viceversa, artisti che suonano uno strumento ma non vengono riconosciuti, emozioni che tradiscono i più giovani e penalizzano la performance.
Per questo i coach di The Voice ce la mettono davvero tutta per cercare di avere le idee chiare su cosa stanno cercando. Il loro compito, in questa terza edizione del talent volto alla ricerca dei nuovi talenti canori del domani, è quello di individuare “al buio” le voci più particolari e uniche, ciascuno a modo suo. Le blind auditions di ieri sera, le penultime per quest’anno, hanno messo in luce una volta di più la tipologia di talenti che i vari team stanno cercando.
J-Ax con il suo team #loser dice di cercare “una voce che esca dall’ordinario, qualcosa che faccia cambiare religione” appassionandosi ai talenti più sfaccettati, ai rapper così come alle voci più inusuali, cercando poi di accaparrarsi “l’acquisto” con aforismi divertenti che conquistano tutti.
Il team di Francesco e Roby Facchinetti, alias team #fach cerca “voci particolari” e una perfezione vocale a cui punta soprattutto Roby, il più razionale tra i due, molto sensibile anche ai talenti che suonano il pianoforte, strumento a cui è molto legato e che suona da quando era piccolo. Francesco è decisamente più impulsivo e ieri sera ha spesso pigiato il pulsante anche contro la volontà del padre, affidandosi molto alle sue emozioni e beccandosi più volte un “Ma sei matto??” del genitore.
Diretta concorrente del team #fach, in quanto a genere musicale ricercato in questa edizione di The Voice, è senz’altro Noemi che dice di cercare “dei fiori d’acciaio”, voci potenti e dirette, ma che la sappiano emozionare. E quando parte con i suoi “spiegoni” come li chiama J-Ax, non la finisce più. Lei è la donna del viaggio, parola che ripete continuamente durante le sue “vendite” ai concorrenti, tanto che lo stesso J-Ax ha scherzato dicendo: “Non si capisce se lo fa perchè vuole far viaggiare i suoi talenti o se cerca qualcuno con cui smezzare la benzina”.
Ma anche la voce e il carisma soul di Noemi non possono nulla contro il Toro Loco Piero Pelù che, oltre ad avere un amore spassionato per la pigiatura del bottone via telecamera, per tutto ciò che profuma di Toscana e per le voci rock, dice di cercare delle “voci abrasive” in grado di tener testa allo “sciamano delle chitarre distorte”, come lo ha definito Federico Russo all’inizio del programma.
I coach dunque sembrano avere le idee molto chiare, eppure anche loro, durante le blind auditions, spesso cambiano idea. Alla fine, pur cercando ognuno dei talenti con determinate caratteristiche, si fanno prendere dalle sensazioni, dall’emozione di una canzone che amano (Pelù quando sente una canzone rock cambia totalmente espressione), si fanno contagiare dall’entusiasmo del pubblico, ottimo termometro per capire quanto il talento piaccia alla gente. Insomma, idee chiare sì, ma a The Voice, oltre a cercare talento, stile e unicità, si segue molto il cuore.