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Tony Effe devolverà l’incasso del concerto di Capodanno

Scritto da , il Gennaio 3, 2025 , in Notizie Varie

Dopo il caso esploso per il Capodanno di Roma, arriva una mossa che nessuno si aspettava: Tony Effe ha deciso di devolvere tutto l’incasso del suo spettacolo per i giovani.

L’incasso alla Croce Rossa

Nicolò Rapisarda, questo il vero nome di Tony Effe, non ha voluto tenere un euro del suo Capodanno. Come riporta l’AdnKronos, tutto il ricavato dei biglietti del concerto sold out al Palaeur di Roma andrà alla Croce Rossa Italiana. Tolti IVA e SIAE, ogni centesimo servirà per sostenere “progetti educativi per i giovani”.
Una scelta arrivata dopo giorni di polemiche. Il Campidoglio gli aveva chiuso le porte del Capodanno ufficiale per i suoi testi, considerati offensivi verso le donne. La risposta del trapper? Un concerto organizzato in fretta e furia, pieno di ospiti e colleghi sul palco, e ora questa donazione.

I progetti della Croce Rossa

La Croce Rossa ha obiettivi chiari, come scritto nella loro “Strategia 2018-2030”: “contribuire in modo attivo alla crescita dei giovani, attraverso la cura del proprio ruolo pedagogico” e “lo sviluppo e la crescita personale dei giovani, incoraggiandoli a diventare attori chiave delle loro comunità, coltivando i valori del rispetto e della solidarietà per rispondere ai bisogni più pressanti e concreti di lavoro, relazione, prevenzione, svago, sicurezza e formazione”.
In pratica? La CRI entra nelle scuole di tutta Italia, dalle elementari alle superiori. Parla di salute, di stili di vita sani, di inclusione sociale. Insegna cos’è la pace, come essere cittadini attivi, come combattere i cambiamenti climatici. Organizza corsi di formazione e laboratori per le Competenze Trasversali e l’Orientamento.

La voce del pedagogista

Ma la polemica non si ferma. Daniele Novara, che dirige il Centro PsicoPedagogico per l’educazione, ha detto la sua al Corriere della Sera: “i contenuti della trap sono decisamente violenti. Non tutti, ovviamente, ma la stragrande maggioranza”. E lancia un allarme: secondo lui “il target di queste canzoni trap non sono gli adolescenti e i ventenni ma, piuttosto, i bambini nel pieno dell’infanzia, attorno ai 10 anni”.
Per Novara è qui che entra in gioco la scuola, con l’educazione sentimentale e sessuale. Un tema che oggi fa discutere tanto la politica quanto l’opinione pubblica.