Maria Teresa Ruta: “Avevo consigliato a Guenda la conservazione degli ovociti”
Si è molto parlato nei giorni scorsi della decisione della modella Bianca Balti di regalare alla figlia la possibilità di congelare i suoi ovociti: Bianca, lo ricordiamo, ha subìto l’amputazione preventiva di tube e ovaie poiché nel 2022 le è stata diagnosticata una mutazione genetica, la BRCA1, che causa un rischio elevato di contrarre un tumore ovarico. Prima di subire l’intervento, però, ha congelato i suoi ultimi ovuli. La vicenda è stata raccontata dal numero di DiPiù della settimana scorsa, sul quale anche alcune famose donne dello spettacolo si sono espresse, come Maria Teresa Ruta: “Sono favorevole alla crioconservazione degli ovociti in presenza di patologie come ad esempio l’endometriosi di cui ha sempre sofferto anche mia figlia Guenda” ha dichiarato.
Subito dopo Maria Teresa Ruta ha rivelato di aver consigliato lei stessa alla figlia Guenda Goria (che ha scoperto il sesso del figlio che aspetta da Mirko Gancitano in diretta a La volta buona) di ricorrere a questa tecnica, soprattutto dopo aver avuto una gravidanza extrauterina: “Per fortuna poi Guenda è riuscita a rimanere incinta in maniera naturale” ha asserito in seguito, continuando
Credo, in generale, che i figli si debbano fare da giovani perchè si hanno altre energie, un altro spirito, e inoltre è bello accompagnarli per un lungo tratto della vita. Sono perciò contraria a chi pensa di ricorrere al congelamento degli ovuli per poter avere un figlio in età avanzata.
Si chiama “social freezing” la conservazione preventiva degli ovuli da fecondare e su questa tecnica si dibatte molto da tempo. Come riporta il settimanale citato all’inizio dell’articolo, Bianca Balti ha dichiarato: “Farò questo dono a mia figlia per i suoi 21 anni perchè deve essere libera di mettere al mondo un bambino quando lo desidererà, senza i limiti delll’età”. Bianca ha asserito inoltre: “Noi donne perdiamo presto la possibilità di diventare mamme”.
DiPiù ha interpellato, a questo proposito, la dottoressa Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di Ginecologia San Raffaele Resgnati di Milano, la quale ha spiegato che questa tecnica è sicuramente utile in medicina, ma non deve diventare assolutamente una moda: “E’ consigliata quando una donna è affetta da alcune patologie come l’endometriosi o deve affrotare un ciclo di chemioterapia, oppure ha affrontato disagi dovuti a malattie legate all’alimentazione, come bulimia e anoressia, problematiche che possono interferire sulla qualità degli ovuli e sulla durata dell’età fertile” ha dichiarato la dottoressa.