Enrica Bonaccorti, il suo orrore a Storie Italiane: “Abusata da bambina”
L’ospite di Eleonora Daniele torna a parlare del suo dramma: “Una persona vicina alla famiglia ha abusato di me”
E’ tornata a parlare dell’incubo vissuto da piccola Enrica Bonaccorti nella puntata di Storie Italiane andata in onda oggi, lunedì 15 maggio 2023. Un’esperienza terribile che l’ha segnata, della quale ha parlato per la prima volta in assoluto proprio nel programma condotto da Eleonora Daniele, nell’edizione di due anni fa. Oggi, commentando la tragedia di Torremaggiore, dove un uomo ha ucciso il vicino di casa perchè convinto fosse l’amante della moglie e, nella colluttazione, ha ucciso anche la figlia che ha provato a difendere la madre, Enrica ha confessato nuovamente gli abusi dei quali è stata vittima, su richiesta della conduttrice che, a proposito di violenze in famiglia, le ha detto: “Tu hai vissuto determinate cose… oggi cosa senti di poter dire?”.
Enrica Bonaccorti racconta: “Abusata da una persona vicina alla mia famiglia”
“Vorrei innanzittutto circoscrivere ciò che è accaduto a me, mi è successo negli anni cinquanta, era la fine degli anni cinquanta” ha dichiarato Enrica ai microfoni di Storie Italiane, continuando:
Ero proprio una bambina. Una persona di famiglia ha abusato della mia fiducia… e di me stessa.
Fermandosi di colpo, Enrica ha ammesso di essere in difficoltà e di fare fatica a parlare di quella terribile esperienza. “Scusami Eleonora, mi riesce difficile parlarne. Peraltro solo in questo programma io ho raccontato quello che mi è successo. Non ho mai partecipato a nessun mee too perchè ho molte idee contrastanti in questo senso” ha affermato subito dopo. “Rispetto a Jessica (la ragazza uccisa dal padre, ndr.) avevo la metà degli anni” ha precisato subito dopo.
Storie Italiane, il dramma di Enrica Bonaccorti: “Non potevo parlarne con i miei genitori”
“Non potevo correre da mia mamma o da mio papà a raccontare loro quello che mi era successo” ha spiegato l’ospite di Eleonora Daniele, sottolineando che mai si sarebbe potuto pensare che una bambina di quell’età (aveva 8 anni) avrebbe avuto voce. “Peraltro a quei tempi, se un uomo si prendeva delle libertà oltre il limite consentito, prima che venisse condannato c’era tutto un retropensiero culturale che rendeva tutto più difficile” ha dichiarato successivamente,