Serena Bortone in lacrime ad Oggi è un altro giorno: “Data importante”
Oggi è un altro giorno, apertura anomala per la conduttrice: “Ho in mente le parole di Anna Frank”
Oggi, 27 gennaio, è la giornata internazionale della memoria in cui si ricordano le vittime dell’olocausto, una delle pagine più drammatiche e buie della nostra storia recente. Ed in apertura della puntata di oggi del suo talk, Serena Bortone visibilmente emozionata ha voluto ricordare una delle vittime di quell’orrore, Anna Frank: “Oggi è una giornata importante. Io quando penso alla shoah mi vengono in mente le parole che Anna Frank scrisse sul suo diario, nel suo nascondiglio olandese.” Poi dopo essersi interrotta per la commozione ha proseguito:
“Lei scriveva in un passaggio, in cui ricordava l’orrore cui era sottoposta, lei in conclusione scriveva: “Eppure quando guardo il cielo penso che anche questa spietata durezza cesserà e ritorneranno, l’ordine la pace e la serenità.””
Serena Bortone sfiora il pianto in diretta: “Abbiamo il dovere di ricordare tutti i giorni”
La puntata di Oggi è un altro giorno di questo pomeriggio si è aperta in modo anomalo, non con la consueta allegria e leggerezza di sempre ma in maniera più composta e sobria con il toccante discorso della conduttrice. La Bortone, infatti, ha utilizzato le parole di una giovanissima e conosciuta vittima dell’olocausto per ricordare tutti i sei milioni di ebrei uccisi. Anna Frank nacque in Germania nel 1929 ma per gran parte della sua vita visse in Olanda, nascosta in un nascondiglio. Arrestata insieme alla sua famiglia a causa di una segnalazione fu deportata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì a soli 15 anni. La conduttrice del talk di Rai1 dopo aver confessato che da piccola la madre le ha fatto imparare a memoria la frase riportata nel Diario di Anna Frank, ha concluso:
“Non solo oggi ma tutti i giorni noi abbiamo il dovere di ricordare.”
La conduttrice fa una rivelazione sul nonno: “Aiutò il vicino di casa ebreo”
Sui social, invece, Serena Bortone ha voluto condividere un ricordo privato sul senso del coraggio e del rispetto: “Ricordo mio nonno Rodolfo Conti, che nonostante abitasse con la moglie e mia mamma bambina di 5 anni in una palazzina dove viveva un gerarca fascista, nascose il vicino di casa ebreo, permettendogli la fuga negli Stati Uniti. Costruì un muro in casa per ottenere una stanza segreta.” E poi ha aggiunto che molti nel quartiere ne hanno seguito l’esempio costruendo delle stanze segrete. “Si può sempre scegliere da che parte stare.” ha concluso. Nell puntata di ieri, invece, c’è stato un divertente imprevisto con una clip.