Quarto Grado rivoluzionato, retroscena Gianluigi Nuzzi: “Ci sono state lamentele”
Gianluigi Nuzzi ammette: “Alcuni nostri telespettatori storici si sono lamentati”
Ha chiuso una stagione ricca di soddisfazioni il conduttore di Quarto Grado, al timone del programma dal 2013. Sulle pagine dell’ultimo numero di Tv Sorrisi e Canzoni ha fatto un bilancio degli ultimi mesi, svelando la “rivoluzione” avvenuta nei temi proposti con l’inizio della guerra in Ucraina:
“Cerchiamo i gialli nella guerra. Ma ci siamo occupati anche del mistero della malattia di Putin”.
Il volto di Rete4 ha poi proseguito sottolineando:
“Alcuni nostri telespettatori storici si sono lamentati di questo orientamento, ma non potevamo ignorare una guerra in atto in Europa e quindi la cronaca”.
Intanto questa estate andranno in onda i consueti speciali della trasmissione che saranno centrati su tre gradi gialli: il caso che ha coinvolto Alberto Genovese, il delitto di Avetrana e la strage di Erba.
Conduttore di Quarto Grado rivela: “Mi interessano le verità nascoste”
Senza peli sulla lingua, Gianluigi Nuzzi ha ammesso che il caso che l’ha scosso di più in questi mesi è la morte di Liliana Resinovich e ha sottolineato che la passione per i misteri è un aspetto che l’ha sempre accompagnato. “A me interessano le verità nascoste” ha ammesso, sottolineando poi: “L’Italia è divisa in due: quello che si vede e quello che non si vede”. È proprio in ciò che non emerge, a detta del conduttore, che il giornalista deve pescare: “La mia attitudine è andare a cercare le storie sott’acqua”. Il volto di Rete4 ha ammesso poi che il venerdì sera, dopo la puntata, scarica la tensione guidando.
Gianluigi Nuzzi e il commento inaspettato su Chi l’ha visto: “Non lo seguo”
Interrogato sul programma condotto su Rai3 da Federica Sciarelli, il giornalista di Milano, che lo scorso aprile ha affrontato un caso difficile, ha stupito tutti raccontando con il sorriso: “Non lo seguo”. Il conduttore di Quarto Grado ha poi argomentato la sua risposta sottolineando che in realtà il suo programma e quello sulla terza rete sono molto diversi:
“Noi siamo un programma giovane: abbiamo i frizzi della gioventù e ne siamo orgogliosi. Quello è un programma storico”.
Padre di due figli di 11 e 15 anni, ha poi sottolineato che quello che spera per loro è che siano in grado discoprire le loro passioni e realizzarle. La libertà infatti, a detta del giornalista, “vale più di qualsiasi ricchezza”.