Flavio Insinna ripropone Il pranzo è servito: “Stessa struttura ma…”

Il pranzo è servito dal 28 giugno su Ra1, Flavio Insinna: “Stessa struttura con qualche novità”

Dopo La Corrida, Flavio Insinna si appresta a riproporre un altro programma di successo del mitico Corrado: Il pranzo è servito. La partenza è prevista per il 28 giugno alle 14 su Rai1. Il pranzo è servito è andato in onda dal 1982 al 1993 prima su Canale5 e poi su Rete4. La trasmissione è stata condotta da Corrado per otto stagioni, in seguito da Claudio Lippi e Davide Mengacci. Il pranzo è servito era un gioco a quiz in cui due concorrenti si sfidavano in varie prove: domande da fermo, prove pratiche e tre domande finali. Lo scopo del gioco era quello di completare il tabellone che raffigurava le cinque portate del pranzo. Come sarà la nuova edizione de Il pranzo è servito? Risponde Flavio Insinna a Tv Sorrisi e Canzoni:

“La struttura sarà la stessa di sempre. Quel che è certo è che proveremo a regalare al pubblico l’allegria della versione originale, facendo anche vincere qualcosa ai concorrenti. Stiamo pensando di introdurre un gioco per chi ci segue da casa”.

Flavio Insinna torna a Don Matteo 13: “Sarò presente in un episodio”

Flavio Insinna è pronto a riportare nelle case degli italiani Il pranzo è servito che anche per lui, come per tanti telespettatori, era un appuntamento fisso. Ma non è l’unica novità che riguarda Flavio Insinna: il conduttore de L’Eredità tornerà sul set di Don Matteo 13 nei panni del Capitano Anceschi. Rivela l’attore a Tv Sorrisi e Canzoni: “Lo dicono a ogni nuova stagione, ma questa volta è vero. Nei giorni scorsi sono andato a provare le nuove divise. Sarò presente in un episodio”.

L’Eredità, Flavio Insinna: “Devo ringraziare il pubblico”

A breve Flavio Insinna saluterà il pubblico de L’Eredità per la pausa estiva, tornerà a settembre. Dice il conduttore: “Devo fare un ringraziamento gigantesco al pubblico che, nonostante ciò che sta ancora succedendo, non ci ha mai abbandonato. Fare compagnia ai telespettatori dà un senso al mio lavoro”.