Lino Guanciale, successo d’ascolti. Vip: “Ricciardi è una figura anomala”
Il commissario Ricciardi, Platinette su Lino Guanciale: “Rende credibile il suo personaggio”
Platinette, nella sua rubrica La Tv che vedo, pubblicata sul settimanale DiPiù, ha dedicato una lunga pagina la grande successo di Rai 1, la fiction Il commissario Ricciardi. Mauro Coruzzi dimostra di apprezzare particolarmente la serie con protagonista Lino Guanciale, e proprio in merito al lavoro svolto dall’attore con il suo personaggio, Platinette afferma:
“Lino Guanciale dà vita a una figura anomala di commissario, Luigi Alfredo Ricciardi. L’attore rende credibile il suo personaggio”.
Mauro Coruzzi apprezza ancor di più il lavoro di Lino Guanciale, considerando il fatto che il personaggio di Ricciardi ha molte peculiarità che non sono molto facili da rendere.
Mauro Coruzzi fa una critica su Il commissario Ricciardi: “Fin troppo formale”
Mauro Coruzzi, nella sua rubrica pubblicata su DiPiù, ha espresso il suo apprezzamento per la fiction Il commissario Ricciardi. Platinette trova molto interessante non soltanto la resa degli attori, ma anche l’ambientazione della serie, una Napoli degli anni ’30, che dà alla fiction un’atmosfera retrò in grado di catturare l’attenzione dei telespettatori. L’unica critica che Mauro Coruzzi si sente di fare, riguarda il confronto della fiction con i libri da cui è tratta. Platinette afferma che l’imperfezione consiste: “Nella confezione fin troppo formale che non restituisce le sfumature della complessa personalità del commissario Ricciardi”.
Il commissario Ricciardi, Platinette ammette: “Fiction utile nell’invitare alla lettura”
Platinette, nella sua rubrica La Tv che vedo, ha espresso una lode particolare alla fiction di Rai 1, Il commissario Ricciardi, che andrà in onda stasera con la penultima puntata. Mauro Coruzzi è convito che una serie come quella interpretata da Lino Guanciale, abbaia una finalità didattica, e cioè: “Utili nell’invitare alla lettura”. Platinette, infatti sottolinea proprio come la fiction inviti il telespettatore ad un confronto con i libri, e che questo possa rappresentare una sorta di terapia collaterale che può essere utile in un periodo difficile come quello attuale.