Made in Italy, Maurizio Lastrico anticipa: “Ruolo molto affascinante”

Anticipazioni Made in Italy, Maurizio Lastrico (Filippo) anticipa: “Ruolo molto affascinante”

Mercoledì 13 gennaio andrà in onda la nuova serie di Canale5 Made in Italy che vede protagonisti Raoul Bova e Margherita Buy. Nel cast della nuova fiction figura anche Maurizio Lastrico, attore e comico genovese, noto per ricoprire il ruolo del PM Marco Nardi in Don Matteo. L’attore in un’intervista al Secolo XIX ha fornito delle anticipazioni su Made in Italy e soprattutto sul suo personaggio, vestirà infatti i panni del grafico della rivista ‘Appeal’ Filippo Cerasi su cui ha anticipato:

Il mio personaggio ha abbandonato la sua casa e la sua famiglia per inseguire un sogno. In realtà il mondo della moda è una realtà distante da me, ma anche per questo è stato un ruolo molto affascinante.

Made in Italy anticipazioni, Maurizio Lastrico rivela: “Racconta un periodo di traino per tutto il Paese”

La nuova fiction di Canale5 Made in Italy racconta la storia di Irene, Greta Ferro, una giovane che dal Sud si trasferisce nella Milano degli anni ’70 per lavorare nella redazione di una rivista di moda nel quale come grafico lavora Filippo Cerasi, interpretato appunto da Maurizio Lastrico. L’attore, sulla serie, ha spiegato:

Made in Italy racconta un periodo di traino per tutto il paese. È stato bellissimo far parte di questa produzione e rivivere un momento così forte nella storia di Milano.

Sempre attorno alla rivista ruotano le vicende dei personaggi interpretati da Margherita Buy, Fiammetta Cicogna, Sergio Albelli, Giuseppe Cederna e Raoul Bova.

Anticipazioni Made in Italy, Maurizio Lastrico: “C’è una costruzione artigianale della rivista”

La prima puntata di Made in Italy andrà in onda mercoledì 13 gennaio a partire dalle 21.25 circa, per un totale di otto puntate. Maurizio Lastrico (Filippo Cerasi) ha concluso l’intervista ammettendo: “Per esigenze tecniche nella serie io faccio lavori molto semplici, a quei tempi la creatività era molto più materica e semplice, c’è una sorta di costruzione artigianale di questa rivista”