Massimo Giletti Non è l’arena: “Ho vissuto giornate in terapia intensiva”
Non è l’Arena, Massimo Giletti: “Sono stato in terapia intensiva con mio padre”
Massimo Giletti è contento dello spazio televisivo di Non è l’Arena, che va in onda la domenica sera su La 7, anche perché gli permette, come spiega in un’intervista concessa al settimanale Telepiù, di andare contro corrente. Il conduttore e la sua squadra non si sono fatti fermare dall’epidemia che ha investito il Paese, anzi hanno intensificato i loro sforzi per garantire l’informazione. Ma Massimo Giletti, poco prima dell’esplosione del virus, ha dovuto affrontare un grande dolore che gli ha permesso di capire quanti hanno perso i propri cari a causa del Covid-19:
Ho vissuto giornate intere in terapia intensiva per stare accanto a mio padre. Papà Emilio è morto all’età di 90 anni per un malore improvviso. Capisco la sofferenza dei familiari che non hanno potuto abbracciare i loro genitori.
Il conduttore di Non è l’Arena, almeno, ha potuto tenergli la mano.
Massimo Giletti di Non è l’Arena: “I virologi dovrebbero essere più umili”
Se c’è qualcosa che Massimo Giletti non è proprio riuscito a digerire, durante la sua narrazione a Non è l’Arena dell’epidemia di conoravirus, è stato, come spiega nell’intervista rilasciata a Telepiù, l’atteggiamento da star televisive di alcuni virologi:
Hanno detto tutto e il contrario di tutto. Vedere personaggi che diventano più famosi di Amadeus, per poi prendere delle cantonate, mi lascia perplesso.
Secondo Massimo Giletti, che col suo servizio di informazione a Non e l’Arena ne ha conosciuti tanti, gli esperti dovrebbero essere meno assetati di popolarità e più concentrati sulla professione.
Non è l’arena, Massimo Giletti spiega: “Ci siamo rimboccati le maniche”
Non è l’Arena di Massimo Giletti spesso fa lo share più alto della domenica sera, superando Che tempo che fa di Fabio Fazio e rimanendo dietro solo a Barbara d’Urso. Il conduttore, nell’intervista su Telesette, svela il suo segreto:
Con i miei quattro collaboratori ci siamo rimboccati le maniche: l’informazione non può fermarsi.