Caterina Balivo si commuove per la dedica di un ospite: “Grazie!”
Caterina Balivo si commuove a Vieni da me per la dedica di Gianmarco Tognazzi: “Grazie!”
Pochi minuti fa, nel suo talk postprandiale, Caterina Balivo ha accolto il primo ospite in collegamento da casa a Vieni da me. Si tratta di Gianmarco Tognazzi, figlio del grande Ugo Tognazzi. L’attore ha trovato nel primo cassetto, per il consueto gioco della cassettiera, una canzone per lui legata a tanti ricordi, ‘Vengo anch’io. No, tu no’ di Enzo Jannacci. Gianmarco ha colto l’occasione per fare una dedica commovente a un collega scomparso da soli due mesi, Bruno Armando, di cui a suo avviso si parla troppo poco. Caterina Balivo si è commossa e ha ringraziato in diretta l’attore:
Grazie di aver condiviso questa cosa con noi.
Gianmarco Tognazzi ha replicato: “Ci tenevo, perché gli artisti, nonostante il loro grande talento, fanno fatica a essere ricordati”. L’amico, ha aggiunto, gli aveva salvato la vita diverse volte in scena, dal punto di vista professionale.
Vieni da me, Gianmarco Tognazzi su papà Ugo: “La sua dote era quella di essere un eterno bambino”
Durante il suo collegamento a Vieni da me, Gianmarco Tognazzi è stato chiamato da Caterina Balivo e ricordare il padre, il grande attore e regista che il 23 marzo scorso avrebbe compiuto 98 anni, purtroppo scomparso nel 1990. Gianmarco ribadisce il messaggio idealmente inviato al papà nel giorno del suo compleanno:
La grande dote di papà era quella di essere un eterno bambino, un bambino straordinario, come diceva lui.
Quando l’artista riesce a restare bambino, continua Gianmarco Tognazzi, non la smette mai di divertirsi.
Gianmarco Tognazzi su Ugo Tognazzi confessa a Vieni da me: “Era inutile chiamarlo papà”
Giorni di emozioni forti per Caterina Balivo a Vieni da me. Ieri la conduttrice aveva ospitato Claudio Amendola che aveva confessato di essere scoppiato in lacrime. Oggi si è lei stessa commossa per la dedica di Gianmarco Tognazzi, che ha poi spiegato, a proposito di Ugo Tognazzi:
Era inutile chiamarlo papà. Non rispondeva. Si girava solo che lo chiamavi come tutti: Ugo.