Fabrizio Corona non torna in carcere: arriva la conferma
Mattino Cinque: l’avvocato di Fabrizio Corona dà la conferma
La puntata di oggi di Mattino 5 è iniziata con l’intervista all’avvocato di Fabrizio Corona, in seguito all’ammonimento del giudice a causa della violazione delle regole imposte dopo la scarcerazione all’ex re dei paparazzi. Tra queste, vi era anche quella di non usare i social: regola che Fabrizio non ha mai rispettato. Ivano Chiesa ha quindi spiegato a Federica Panicucci che non si aspettava di certo che il suo assistito si comportasse così, tuttavia ha precisato che la richiesta di revoca da parte della procura si fa soltanto quando ci sono fatte delle cose gravi, e non una cosa del genere, come per esempio un’intervista di due ore in diretta a Mattino Cinque.
“Un conto postare un video della discussione della pena, ma che non possa comparire nulla quando comparivano foto quando era in carcere mi fa rimanere lì. Non possono pretendere che scompaia e che diventi un’altra persona.”
L’avvocato ha poi chiesto se caricare una foto dove Fabrizio baciava la sua fidanzata Silvia Provvedi fosse un’immagine dell’esecuzione della pena: ovviamente no! Chiesa ha però precisato che Corona verrà convocato comunque ed è sicuro che le cose si metteranno apposto da sole in quanto Fabrizio ha capito che ne lui ne il suo staff dovranno più usare la sua pagina social.
Fabrizio Corona: l’intervento dell’avvocato Ivano Chiesa
La conduttrice di Mattino Cinque ha poi chiesto all’avvocato di Fabrizio Corona come avesse reagito all’ammonizione, e Ivano Chiesa ha risposto che non può assolutamente parlare di questo, in quanto poi si direbbe che il suo assistito lascia interviste tramite la sua persona. Chiesa ha svelato comunque che ieri sera è andato a casa dell’ex re dei paparazzi e Fabrizio l’ha accolto tranquillamente: l’avvocato lo ha messo in guardia e gli è apparso che Corona abbia finalmente capito. L’intervista è terminata con un piccolo sfogo da parte di Chiesa:
“Si devono dare una calmata, faccio il penalista da 35 anni e so valutare la gravità di un gesto: non sto proteggendo un assassino o un narcotrafficante, non esasperiamo la cosa!”