La vita in diretta, parla Don Mazzi. Fabrizio Corona ignorato: perchè?
Cristina Parodi intervista Don Mazzi. E il caso Corona?
Schietto e spesso contestato, Don Antonio Mazzi è stato oggi, 7 settembre 2015, l’ospite dell’intervista di Cristina Parodi. La vita in diretta al suo esordio, per la stagione tv 2015-16, è ritornata in gran forma puntando sulla cronaca, senza dimenticare il lato leggero dell’intrattenimento e dello spettacolo. Il consueto spazio dell’ospite, che l’anno scorso aveva visto come protagonisti personaggi celebri del showbiz come Romina Power (che aveva svelato le gioie e i dolori della sua carriera), oggi ha dato spazio al racconto e alle rivelazione del fondatore della Comunità Exodus. In una lunga intervista a cuore aperto il sacerdote ha raccontato com’è nata la sua vocazione. Ha spiegato poi la sua visione del mondo, senza nominare però Fabrizio Corona (attualmente ospite nella sua comunità di recupero). Una scelta quella di non citare il re dei paparazzi, che sarebbe motivata forse proprio dalla volontà di Corona di non voler far parlare più del suo caso in tv. Si tratta di ipotesi, anche se qualche mese fa proprio il 41enne di Catania, aveva chiesto a Barbara d’Urso di mantenere il riserbo sulle sue vicende giudiziarie a Pomeriggio Cinque. Il sacerdote ha aperto l’intervista raccontando la sua infanzia difficile, trascorsa tra sacrifici e dolori, spiegando come la vocazione abbia cambiato il suo punto di vista e la sua esistenza.
La vita in diretta, Don Mazzi sul caso di Martina Levato
“Da piccolo ero un terremoto…in terza media sono stato bocciato per cattiva condotta”. Ha esordito così Don Antonio Mazzi nello studio 3 di via Teulada a Roma. Poi ha raccontato come la sofferenza delle vittime dell’alluvione del ’51, lo abbia cambiato. “Ho visto bambini disperati che in un attimo hanno perso tutto e mi son chiesto se io, che ho sofferto così tanto, potevo consolare questi ragazzi. Sono andato dal Vescovo e gli ho detto: voglio fare il prete”. Sull’esperienza da uomo di Chiesa, Don Mazzi ha ammesso che il suo problema non sono mai state le donne, ma la “difficoltà ad obbedire“. “Sono dell’idea che non bisogna obbedire passivamente – ha proseguito – ma ragionare”. Riguardo ai casi spinosi, e alle vicende di ragazzi considerati dai più come “irrecuperabili”, l’85enne di Verona ha dichiarato: “Se ragioniamo non riusciremo mai a capire gli altri, nessuno è irrecuperabile”. Sul caso di Martina Levato Don Mazzi non ha mostrato il minimo dubbio e ha ammesso, riferendosi al bambino dato alla luce poche settimane fa dalla ragazza: “Il figlio può salvare la madre, so che è difficile farlo capire alla gente”. Per il sacerdote la chiave di tutto è il perdono. “Non si può vivere senza perdonare, il perdono è gratuito e quasi sempre si vince”.