#WIDG Musica e tv. Un matrimonio difficile
Musica e tv. Un connubio difficile da realizzare con successo, specie nell’ultimo periodo. Il panorama è quanto mai intricato e varrebbe forse la pena dargli uno sguardo più da vicino. Anzitutto, va detto che programmi musicali di successo a tutto campo al momento, tranne sui canali tematici, non esistono. E’ sicuramente finita l’era dei programmi di classifiche come Top of the pops, per citarne uno. In Italia questi erano deboli rispetto, ad esempio all’America perché animati da ‘finti live’ di seconda mano. Pochi e inferiori i contributi italiani, si percepiva un senso di disomogeneità nella trasmissione. Lo stesso principio, poi, del video messo in onda è stato fortemente scoraggiato dall’avvento di internet con youtube tanto che i classici programmi, di mtv ad esempio, con un veejay che lanciava la clip si sono lentamente estinti. Sanremo, festival della canzone italiana dovrebbe rappresentare il centro di massimo interesse della tv sulla musica, ma in realtà, sempre più spesso schiavo degli ascolti, la musica diventa solo la cornice dello show, come dimostra bene il caso Celentano che con i suoi cinquanta minuti di monologo ha relegato ad un ante e post Celentanum i cantanti che dovevano esibirsi. Quando poi, vengono realizzati dei format calati su dei cantanti (vedi Gigi D’Alessio, Gianni Morandi), li deve per forza trasformare nei performer, che non necessariamente sanno essere.
Insomma, l’unico luogo televisivo nel quale ancora si riesce ad avere, piaccia o no, un laboratorio musicale di successo, sono i talent show (da Amici a X Factor, fino a Ti lascio una canzone e Io canto). E’ ovvio, non si è così ingenui da ritenere che sia la musica da sola la garanzia di ascolti per questi programmi, ma, tra una polemica tra giudici e/o insegnanti, tra la nota di gossip e il litigio ci sono i brani, le esibizioni. Non ci si può poi sorprendere che gli unici cantanti e musicisti che si vedono in televisione per un intero anno stravincano le competizioni al televoto. [imagebrowser id=1255]E pensare che questi, prima di partecipare ai talent, sono degli illustri sconosciuti. Questo significa che c’è uno spazio vuoto nella diffusione e trasmissione musicale televisiva, lo spazio dei già famosi.
Chi si occupa di ricordare, promuovere, diffondere, confondere i progetti musicali già affermati? Spetterebbe al servizio pubblico, come la divulgazione di qualsiasi forma d’arte e cultura? Un Paese, come il nostro, che ha dato i natali a numerosi generi musicali, non dovrebbe forse dedicare più spazio anche a queste origini? Imparare dai talent l’arte di attrarre ma con contenuti che hanno già dimostrato il loro spessore, questo potrà essere il segreto di questo difficile matrimonio all’italiana.