Raoul Bova con Vanity Fair a favore delle coppie gay. L’attore sul set di “Come un delfino 2”
L’appello lanciato dalla rivista Vanity Fair a favore delle coppie gay (ne abbiamo parlato in questo articolo) fa seguito agli ultimi fatti accaduti in Italia (e non solo) e anticipa sicuramente questa sferzata di aria fresca che sta attraversando tutta l’Europa. Se da una parte la Cassazione e l’Unione Europea si mobilitano per la tutela delle coppie omosessuali, nel Paese sono ancora tanti i tabù da abbattere e i politici che stanno al governo non facilitano certamente le cose. Per fortuna, però, c’è tutto un altro mondo che è pronto a dire stop all’omofobia e a esprimere a chiare lettere quanto sia importante per la comunità gay riuscire ad ottenere gli stessi diritti delle coppie sposate. Qualcosa che riguarda comunque anche gli etero. La lettera del mensile americano (in Italia viene pubblicato invece come settimanale) al Ministro alle Pari Opportunità Elsa Fornero è stato infatti firmato da numerosi esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui anche l’attore Raoul Bova, testimonial della campagna e volto della copertina della rivista che recita testualmente: “Le coppie gay non sono coppie di serie B”. L’attore, di nuovo sul set della fiction Come un delfino 2, è stato scelto da Vanity Fair per “dire che il matrimonio, o comunque l’insieme di garanzie che ne deriva, è un diritto di chiunque scelga di legarsi a un’altra persona, di qualunque sesso sia. E che questa non è una battaglia dei gay: è una battaglia di tutti“.
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Bova ha raccontato nella sua intervista che a sedici anni scoprì che il suo migliore amico era gay, ma questo non cambiò nulla nel loro rapporto. Una differenza, quella, che non aveva importanza rispetto al bene che si volevano. Secondo l’attore il problema italiano risiede nella matrice machista e conservatrice di un Paese troppo chiuso su sè stesso. L’aver viaggiato, l’essere venuto a contatto con altre culture gli ha insegnato a riflettere, a rispettare tutte le persone e a quanto sia necessario che tutti possano avere uguali diritti. “Non è questione di gusti sessuali diversi dai miei – dice – è questione di fratellanza universale e cristiana”. L’attore romano ha detto anche che non avrebbe timore a interpretare un ruolo gay in un film, ma finora non è mai capitata l’occasione. E cosa succederebbe se suo figlio un giorno gli rivelasse di essere omosessuale? “Penserei che se ha deciso di parlarne con me, di concedermi la sua fiducia su un aspetto così intimo della sua vita, è segno che, come padre, ho fatto un buon lavoro“, ha risposto.
Intanto Bova sta girando il secondo capitolo di Come un delfino, la miniserie in due puntate che lo scorso anno ebbe un grande successo e totalizzò in media quasi 7 milioni di telespettatori. Le puntate questa volta saranno quattro – dirette da Franco Bertini – e racconteranno ancora le vicende del nuotatore Alessandro Dominici. Un ruolo che l’attore sente particolarmente suo, dato il suo passato di promessa del nuoto italiano. Stavolta vedremo Dominici dopo l’interruzione della sua carriera agonistica per motivi di salute alle prese con il lavoro di allenatore di un gruppo di ragazzi con precedenti penali affidati a una comunità di minori. Il nostro protagonista tornerà a gareggiare di nuovo, portando il suo gruppo a vincere i campioni nazionali in una gara di staffetta. In questo modo riuscirà a riscattare una piscina sequestrata alla mafia e a risistemarla per proseguire gli allenamenti. Purtroppo però una bomba distruggerà completamente la struttura portando Dominici e i ragazzi a trasferirsi a Roma presso uno dei circoli sportivi più affermati in città. L’ambientamento però non sarà così semplice. Accanto a Raoul Bova troveremo nel cast Ricky Memphis, Maurizio Mattioli, Paolo Conticini, Edoardo Sylos Labini, Marco Falaguasta e Giulia Bevilacqua.