La televisione è la morte dell’anima. Tutti omologati e lobotomizzati – #WIDG
La televisione genera accettazione, sottomissione ed omologazione. Sono questi gli effetti inconsci che la televisione è in grado di inculcare nelle nostre coscienze. Una televisione deus ex machina che ha la presunzione di essere trasparente e moralizzata, di volerci dare lezioni di etica e morale. Silvio Berlusconi ci ha visto bene: dalle navi crociere alla creazione della più importante tv privata in Italia. Nasce Mediaset che finisce per monopolizzare il settore pubblicitario italiano e per fare un’agguerrita concorrenza alla tv di stato – la Rai – che oggi ha dovuto ammortizzare i “rossi” con le pubblicità. Il canone è in aumento ma gli abbonati non vogliono più pagarlo.
L’ultimo baluardo dell’informazione libera rimane il web che a volte, però, degenera trasformando la sua libertà d’espressione in libertà di diffamare ed insultare. Il telespettatore dinnanzi alla tv si sente impotente, come si sentirebbe un servo dinanzi al suo padrone, un rapporto che viene spacciato per democratico ma che risulta essere peggio di una dittatura. Lo spettatore non può interloquire con chi è in video, deve subire passivamente e accettare la realtà così come ci viene presentata. Basti pensare all’ultimo caso, quello di Costa Concordia, dove un avvocato è finito su tutti i giornali raccontando che la sua assistita avesse perso un bimbo a causa del naufragio della Costa Concordia. Notizia smentita da Striscia la notizia che ha smascherato la truffa mediatica. Con la tv si instaura un rapporto unidirezionale: il telespettatori è assoggettato, folgorato e non può pensarla diversamente altrimenti si sentirebbe escluso dalla società. Si trasforma in in un individuo passivo ed anonimo.
Ci aveva visto bene Pier Paolo Pasolini – giornalista, scrittore, poeta e regista italiano – che nella seconda metà del ‘900 ha assistito impotente al cambiamento repentino della società: una mutazione antropologica imposta dai codici consumistici, dalla pubblicità. Quella logica perversa del marketing che è riuscita a confondere valori con disvalori, e viceversa. La televisione è un “medium di massa” che aliena il telespettatore avrebbe detto Pasolini che, quando fu intervistato da Enzo Biagi, asserì che la tv non era libera. Biagi non era assolutamente d’accordo con lui, peccato che dopo poco tempo un giovanissimo Mr. B. in una visita a Sofia “invitò” la nuova dirigenza Rai a non permettere più un uso criminoso della televisione pubblica. Passò alla storia come il famigerato editto bulgaro. Scomparvero dalla tv di stato Daniele Luttazzi, Michele Santoro ed Enzo Biagi. Luttazzi lavorerà poi per La7 mentre Michele Santoro tornerà in tv con “Annozero” per poi fuggire a gambe levate costituendo “Servizio Pubblico”.
Il video è una terribile gabbia dell’opinione pubblica servilmente servita per ottenere il totale servilismo dove tutto è presentato come dentro un involucro protettore, utilizzando tra l’altro un tono didascalico, apparentemente oggettivo e distaccato. E la televisione è peggio del fascismo che non è riuscito ad “omologare” davvero le masse. La televisione è la morte dell’anima in cui il telespettatore viene assuefatto da un linguaggio popolare e banale, dove le parolacce diventano consuetudine e sintomo di “magnanimità”. Gianni Morandi e Luca&Paolo a Sanremo ne hanno fatto grande uso. Ma è terribile vedere come paradossalmente siamo tutti uguali, dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo: Pasolini infatti non riusciva più a distinguere un fascista da un comunista.
E quando ci illudiamo che sia nata una lingua nazionale unitaria la verità è che sta prevalendo il “linguaggio della pubblicità”, oltre che le i tecnicismi: plancia, biscaggina, bot, bund, spread. Oggi tutti si improvvisano esperti di economia e di navigazione marittima. E come dimenticare il caso Sarah Scazzi, Yara Gambirasio, Cogne, ora Schettino che distolgono la gente dai reali problemi del paese? Questo è un modo per scaricare la rabbia, la frustrazione, la tristezza degli Italiani in fatti di cronaca di cui – francamente – si potrebbe fare a meno. Lo stesso metodo utilizzato dai dittatori che scaricarono le frustazioni della gente sugli ebrei accusandoli di essere una “razza inferiore”. Ma chi è in grado di stabilire cosa sia normale e cosa no? E nel frattempo tutti diventiamo omologati e lobotomizzati, storditi anche da una pubblicità martellante e da una società che va sempre più a rotoli a colpi di bunga bunga e scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano.